Il generale Carboni fu uno dei protagonisti assoluti degli avvenimenti. Personaggio brillante, figlio di un militare sardo e di una cittadina statunitense fece una brillante carriera militare pur non ricoprendo mai significativi incarichi di comando. 

Frequentatore assiduo dei salotti romani dell’epoca e uomo di grande successo con le donne, visse un’esistenza ricca di contraddizioni, ambiguità e tragedie anche personali (con la perdita del figlio negli ultimi mesi di guerra). Fu al centro dei scandali e polemiche furibonde dopo la fine della guerra e uno dei pochi ufficiali sanzionati per la mancata difesa di Roma da parte della Commissione d’inchiesta parlamentare istituita nel 1944 e presieduta dal senatore Palermo (PCI).

Carboni forse anche per una eccessica considerazione di se, finirà al centro delle enormi polemiche successive al 1945, divenendo protagonista anche con la pubblicazioni di numerosi libri di memorie, delle diatribe più animate con storici e altri protagonisti dei fatti. Le sue posizioni non furono ma del tutto trasparenti e recenti ritrovamenti di documentazione ne hanno ulteriormente incrinato le versioni difensive.

Foto tratta dal servizi fotografico Istituto Luce

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