Il generale Ambrosio, la mattina del 12 agosto convocò il suo generale addetto, Castellano e con queste parole gli diede l’incarico di partire subito per la capitale portoghese: : “Lei questa sera partirà per Lisbona; viaggerà con una comitiva di funzionari del Ministero degli Esteri che vanno incontro a colleghi di ritorno dal Cile. Dovrà cercare di abboccarsi con gli ufficiali dello Stato Maggiore anglo-americano, esporre la nostra situazione militare, sentire quali sono le loro intenzioni e soprattutto dire che noi non possiamo sganciarci dall’alleato senza il loro aiuto. Consigli uno sbarco a nord di Roma ed un altro in Adriatico; uno sbarco a nord di Rimini risol­verebbe da solo tutta la situazione perché i tedeschi minacciati sul fianco delle proprie linee di comunica­zione, sarebbero costretti a ripiegare dall’Italia centrale a difesa dei passi alpini”. Si trattava dunque di una missione tecnica e non politica che originariamente avrebbe dovuto solamente contattare la parte an­glo-americana per una valutazione congiunta per i piani di una possibile alleanza sul campo. Tutto ciò si rivelò una pia illusione.
Lisbona nel 1943

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