Davvero Castellano fu obbligato a prendere il treno per girare mezza Europa prima di incontrare la delegazione anglo-americana e avviare i colloqui per l’armistizio? E’ una domanda che molti storici si sono fatti. Il treno per andare da Roma a Lisbona fu scelto per motivi di sicurezza, sicuri che aggregare il Castellano con documenti falsi a una delegazione del Ministero degli Esteri, sarebbe stata la soluzione che avrebbe allontanato con successo la fitta rete spionistica messa in piedi dai tedeschi già allertata dell’avvio di possibili trattative tra italiani e Nazioni Unite.

Il terrore di Badoglio in particolare, quello di essere scoperti dalla rete spionistica nazista o dalla Abwher, era molto e ciò consigliò di adottare metodi di viaggio il meno evidenti possibile.

Oggi sappiamo che il SIM dell’ottimo generale Cesare Amé, sapendo che molto probabilente Lisbona sarebbe stata la città prescelta per l’avvio delle trattativie essendo crocevia di fitte trame spionistiche da attuare in un Paese neutrale, predispose gia nel mese di luglio del personale e una radio trasmittente da collocare presso l’ambasciata italiana proprio al fine di permettere un collegamento immediato tra l’emissario segreto italiano e la delegazione alleata.

Di questo Amé aveva parlato più genericamente con il neo ambasciatore Prunas prima della partenza per la Capitale lusitana, convenendo che proprio Lisbona avrebbe potuto – come infatti accadde – essere la sede deputata prescelta per i probabili colloqui segreti tra Italia e Alleati.

Il 12 agosto il Comandante Amé inviò il maresciallo del SIM Vittorio D’Argento con un cifrario nuovo e una stazione radio potente, proprio presso l’ambasciata di Lisbona a cui capo vi era l’ambasciatore Prunas, in realtà tenuto all’oscuro delle trame in corso fino al momento in cui Castellano prese contatto con l’Ambasciata italiana il 17 agosto. Prunas non senza sorprese vide arrivare questa persona oscuro funzionario ministeriale dell’Ufficio Cambi che in realtà era il generale Castellano e prestò il supporto necessario.

Tuttavia, a nessuno venne in mente che gli esiti dei colloqui tenuti tra Castellano e la delegazione guidata dal generale americano Bedell Smith, avrebbero potuto essere trasmessi in sicurezza via radio, utilizzando la stazione del maresciallo D’Argento. Nel frattempoa Roma, il 18 agosto Cesare Amé fu deposto da comandante del SIM per via dei pessimi rapporti con Badoglio e al suo posto fu nominato il giovane generale Carboni. Ciò determinò un buco operativo. Castellano dovette ripartire in treno dal Portogallo e arrivò a Roma solamente il 27 . Si perdettero così, complessivamente 14 preziosissimi giorni tra viaggi in treno e stazioni radio dimenticate, che si rivelarono decisive nei fatti drammatici antecedenti all’8 settembre 1943.

Non solo. Nel suo libro lo storico Bagnoli ricorda anche come a Lisbona fosse operativa un’altra stazione radio in capo al SIS il servizio segreto della Marina. Tuttavia anche quesa opportunità, in questo caso a rischio perché comunque in capo all’addetto navale italiano di non comprovata fede al nuovo governo di Badoglio, non fu sfruttata.

Divisioni, dififdenze e incapacità di concepire i propri ruoli in modo scevro da rivalità personali, determinarono questo clamoroso buco informativo che costò all’Italia mesi aggiuntivi di sciagure e guerra.

(sotto: Ambasciata italiana a Lisbona)

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